Le donne sono più colpite o no da Covid-19? A questa domanda rispondono il ministero della Salute e l’Istituto superiore di Sanità italiani:
“In base ai dati della Sorveglianza Integrata italiana, complessivamente le diagnosi di Covid-19 hanno riguardato per la maggior parte donne: circa il 53% dei casi si è verificato, infatti, in soggetti di sesso femminile. Nel periodo dal 17 al 30 agosto 2020 le diagnosi di Covid-19 hanno riguardato però in misura minore le donne rispetto agli uomini: circa il 56% dei casi si è verificato in soggetti di sesso maschile, circa il 44% in soggetti di sesso femminile”.
Nonostante le evidenze siano ancora scarse, la trasmissione verticale mamma-bebè del virus SARS-CoV-2 non può essere esclusa. Ad oggi viene considerato un evento raro ma possibile. Infine, in Italia i casi di positività tra i neonati sono vari, presumibilmente infettati a seguito del contatto con la madre positiva durante o dopo il parto. Questi bambini, però, non hanno presentato sintomi importanti e la condizione non desta particolari preoccupazioni”.
Ancora, sembra che le donne abbiano “un rischio inferiore di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19 rispetto agli uomini. Per spiegare questo fenomeno sono state avanzate alcune ipotesi, tra cui il possibile ruolo protettivo degli estrogeni nelle donne in età fertile. Gli estrogeni, infatti, sono in grado di aumentare la presenza di ACE2 (Angiotensin Converting Enzyme 2, Enzima di Conversione dell’Angiotensina), recettore mediante cui SARS-CoV-2 penetra nelle nostre cellule, facendo sì che questo enzima, anche dopo l’infezione, riesca a svolgere la sua funzione di protezione, in particolare nei confronti dei polmoni”.